Primi detenuti in arrivo nella nuova casa lavoro del carcere di Alba
E’ con un’offerta pari a 3,8 milioni di euro (ribasso del 17% sul bando di gara da 4,5 milioni) che un’azienda romana, la ICR impianti e Costruzioni Srl, ha vinto la concorrenza delle altre otto imprese che avevano preso parte al bando di gara bandito nel settembre 2020 dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), aggiudicandosi in questo modo l’appalto per la realizzazione dei lavori ("rifacimento degli impianti meccanici ed opere connesse, con adeguamento dei servizi igienici dei reparti di detenzione") che consentiranno di ripristinare l’intera capienza della Casa di Reclusione "Giuseppe Montalto" di Alba.
A darne conto è lo stesso Dap, che con l’affidamento formalizzato nei giorni scorsi ha dato quindi corso a quello che si spera possa rappresentare un decisivo passo in avanti nell’annosa vicenda della struttura di località Toppino, chiusa dal gennaio 2016 a causa di un’infezione da legionella che ne aveva interessato il corpo centrale e riaperta solo parzialmente nel 2017 (33 su 142 posti), nell’attesa che il Ministero della Giustizia desse corso alla ristrutturazione dello stesso.
Ora si attende di capire con quali tempi l’opera potrà effettivamente realizzarsi, considerato che il bando di gara prevede 60 giorni di tempo per una progettazione esecutiva che dovrà poi essere valutata dal Dap entro un termine di altri 30 giorni, dopodiché l’impresa ne avrà a disposizione 460 per un’esecuzione dei lavori che verosimilmente dovrebbe quindi concludersi entro la fine del 2022.
"Certamente una buona notizia – commenta da Alba il garante comunale dei detenuti Alessandro Prandi – anche se certamente manca ancora molto tempo alla riapertura. Ma quantomeno abbiamo messo un punto fermo, dopo anni di incertezze".
Mercoledì intanto lo stesso garante ha incontrato i primi internati arrivati al "Montalto" dalla Casa Lavoro di Biella, in fase di trasferimento ai piedi delle Langhe dopo il recente via libera arrivato dal Ministero alla proposta di trasferimento avanzata dal Provveditorato competente per Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.
Una dozzina i soggetti già trasferiti, e altrettanti sono attesi per la prossima settimana, sui 33 che complessivamente andranno a occupare le celle da due o tre posti presenti al primo piano della palazzina, che dalla sua riapertura quattro anni fa aveva ospitato una media di 40-45 detenuti comuni di media sicurezza, ora in buona parte trasferiti ad altre sedi con l’eccezione di una decina di loro, ancora sistemati al piano terra della stessa.
Alba è così diventata la nuova sede di una realtà, destinata a ospitare quelli che tecnicamente non sono detenuti, ma soggetti sottoposti a misure di sicurezza, decise dal giudice del Tribunale di Sorveglianza in relazione a quella che si considera essere la loro pericolosità sociale.
Due in proposito i motivi di apprensione espressi dal garante, che da una parte mette in guardia rispetto al rischio di un possibile sovraffollamento rispetto ai 33 posti che dovrebbero rappresentare la teorica capienza massima della struttura: un numero superato anche del 50% dalla riapertura della palazzina. E dall’altra auspica che si provveda in tempi brevi a rivederne la gestione sanitaria. "Il Montalto – spiega in proposito Prandi – sotto questo profilo non è ancora adatto a ospitare internati. L’area sanitaria è gestita dalle Asl e quella di Alba sinora è definita 'base', offre servizi minimi, mentre la Casa Lavoro verosimilmente ospiterà persone con particolari fragilità, soprattutto sotto l’aspetto psichiatrico. Serve quindi un potenziamento di questo servizio, che ad oggi non è stato ancora predisposto. Il garante regionale Bruno Mellano ha segnalato la problematica in Regione, per cui attendiamo riscontri".
Novità positive emergono invece con riguardo alle attività che realmente queste persone andranno a fare, nella nuova Casa Lavoro. Ancora il garante: "Parliamo di persone detenute in ragione della loro pericolosità sociale, quasi sempre oltre il termine di una pena già interamente scontata. Il permanere o meno di questa condizione va periodicamente valutato anche in ragione di percorsi cui la persona deve essere sottoposta. Nel corso di una riunione tenuta questa mattina (venerdì 25 giugno, ndr) si è parlato di una serie di iniziative tra le quali un corso di operatore agricolo, che entro l’estate dovrebbe coinvolgere una dozzina di persone. Poi di corsi di lingue, attività artistiche quali musica e teatro, molto importanti per questa tipologia di soggetti, e infine di pratiche sportive, in questo caso grazie alla disponibilità manifestata dall’associazione Ragazzi del Roero".
Ezio Massucco